sabato 31 ottobre 2009

La piazza XX settembre a Tolmezzo

Tra le righe delle polemiche sollevate dall’UDC che chiede maggiore collegialità in seno alla maggioranza, si viene a sapere a Tolmezzo che il Comune ha ottenuto dalla Regione due milioni di euro per la sistemazione della piazza centrale, che alcuni professionisti locali sono stati invitati a studiare in fretta delle soluzioni progettuali, che si è insediata una commissione ristretta per scegliere il professionista cui affidare il progetto esecutivo, che tanta fretta sarebbe giustificata dalla necessità di impegnare rapidamente il contributo regionale.
Se il problema fosse solo di metodo si potrebbe sostenere che riguarda i consiglieri comunali, ma nel merito si tratta della sistemazione della piazza principale del paese, un argomento quindi che richiederebbe il massimo coinvolgimento di tutti i cittadini. Sulla sistemazione della piazza sono già stati indetti dei concorsi di idee, i cui risultati potrebbero venire recuperati, ma il problema, almeno a mio parere, non è tanto o solo estetico. Il problema dell’arredo, va affrontato dopo aver assunto una decisione sulla funzione che si vuole dare alla piazza.
Lo sviluppo urbano di Tolmezzo è avvenuto attorno al crocevia delle strade che portano al passo della Mauria e di Monte Croce, in qualche modo inglobando il crocevia. Quando subito dopo il terremoto si è realizzata la circonvallazione, si è modificato radicalmente l’assetto viario del paese. Agli accessi da nord e da sud se ne aggiunto uno da ovest che è diventato il più importante. Di conseguenza si è tentato a più riprese di modificare l’organizzazione del sistema viario cittadino, ma forse i tempi non erano maturi. Lo sono ora, se si vuole dare un assetto definitivo alla piazza principale, perché questo assetto non può che derivare dalle funzioni che gli si vogliono attribuire, nell’organizzazione generale del sistema urbano.
Ai soli fini di aprire una discussione, per stimolare la partecipazione più ampia della cittadinanza vorrei provarmi a lanciare una idea. Ogni volta che si è parlato di pedonalizzazione del Centro storico ci si è riferiti al nucleo più antico di Via Roma, ma il fatto che la via conservi ancora il ruolo di asse principale per l’attraversamento del paese da sud a nord, ha fatto sì che si finisse sempre per lasciar cadere il discorso. L’idea di pedonalizzare soltanto la parte centrale della piazza, sarebbe valida soltanto nella logica del “meglio che niente”. La soluzione sulla quale vorrei si riflettesse è quella di pedonalizzare la piazza, allargando l’area d'intervento al Duomo e alle due vie che lo fiancheggiano, per salire su Via Cavour, e scendere a ricomprendere via Del Din. Una zona pedonale che adeguatamente arredata collegherebbe la biblioteca, i Palazzi Frisacco e Gortani e la sala mostre (da recuperare ad un uso pubblico, valorizzando il passaggio su Piazza Centa). La soluzione darebbe senso alla scopertura della roggia come elemento dell’arredo del centro urbano e darebbe risalto a tutto il pregevole complesso edilizio del centro dal Duomo al Municipio.
Con quali problemi per il traffico? Nessuno se l’intervento viene visto nella logica di una Tolmezzo con accesso da via XXV aprile, con il vantaggio di un centro storico che dista meno di un chilometro dallo snodo della circonvallazione. Su questa direttrice di entrata (che va sistemata come ingresso principale alla citta!) si incontra quasi a ridosso del centro l’area ex Delli Zotti, ora sistemata a parcheggio. Potrebbe diventare l’area su cui far sorgere il complesso edilizio che segna la Città di Tolmezzo del duemila, con gli Uffici di rappresentanza della Regione della Provincia e, (perché no?) del Comune della Carnia, ma che nello scantinato potrebbe avere un parcheggio multipiano capace di accogliere le autovetture di quanti vogliono accedere al centro storico. Qualche architetto in vena di fantasia potrebbe immaginare anche queso parcheggio collegato con un tunnel sotterraneo fino ai portici dell’ala nuova del Tribunale... Ma anche senza tunnel la distanza tra la piazza principale ed il parcheggio sarebbe più o meno di duecento metri, e proprio per questo credo che comunque la sistemazione della piazza principale vada pensata in stretta relazione con questo parcheggio..
Ma il traffico che scende da via Matteotti? Con adeguati interventi a nord, potrebbe venir eliminato come traffico di transito, ridotto quindi a quello dei soli residenti e clienti dei negozi ed uffici ubicati nella via, e quindi venir dirottato in fondo su via R. Della Torre, per consentire la pedonalizzazione di Via Cavour.
La mia più che una proposta potrebbe risultare una provocazione, e in un certo senso lo vuol essere: per provocare un dibattito sulla sistemazione della piazza principale del Comune, prima che sia troppo tardi...

venerdì 23 ottobre 2009

Il Comune domotico.


C@S@.

Il nonno mi raccontava di come alla sera era vivo il paese ai suoi tempi. Non era arrivata ancora l’elettricità. Per le strade i rari passanti si facevano luce con il lampione a petrolio. Le finestre delle case vivevano dei riflessi delle fiamme del focolare, e agitavano le ombre sulla via. C’era luce anche nelle finestrelle di qualche stalla. Al caldo prodotto dagli animali vi si raccoglievano a gruppi le persone, passando il tempo a parlare e raccontare, in “file” come si era soliti dire. Il paese viveva nel primo farsi del buio della notte nel respiro d’un intrecciarsi di luci ed ombre, nell’eco di parole, di battute e di saluti prima di sciogliersi nel silenzio profondo della notte.
Ora il paese è diverso. L’acciottolato delle strade è stato sostituito dall’asfalto, le case sono tutte rimesse a nuovo. Il Comune ha illuminato a giorno tutte le strade. Ma il paese pare un deserto di luce, che illumina case morte. Dalle tapparelle abbassate non filtra un filo di luce. Potresti pensare che siano tutte disabitate, se non si sentissero uscire delle voci. Non sono le voci della gente del paese, ma quelle metalliche e impersonali della televisione. Tutti si sono chiusi in casa, muti tra loro, a subire le immagini e le parole che escono dal televisore.
E si legge che ci sarà un ulteriore sviluppo: quello della domotica. Le tapparelle si chiuderanno da sé all’arrivo dei proprietari e da sé s’accenderà la televisione, mentre il riscaldamento si è acceso a distanza, prima ancora che il proprietario arrivi a casa. La casa sarà sempre più accogliente, addirittura intelligente per capire, anche a distanza i desideri degli abitanti ed adattarsi alle loro esigenze.
La casa di chiuderà sugli abitanti, perfetta…come una cassa da morto, perché l’abitante potrà fare proprio il morto, per subire la tecnologia che muove la casa, la televisione che lo imbonisce. L’uomo nella sua casa intelligente non avrà più nulla da fare, nulla da pensare, appunto come un morto nella sua cassa….
Come uscire? Tornare al passato del racconto di mio nonno? Non avrebbe senso! La soluzione, una vera favola del futuro l’ha trovata il nuovo sindaco del mio paese.
Il paese è stato coperto da una rete virtuale di collegamenti a banda larga per cui da ogni punto ci si può collegare ad internet. Si è messo assieme un cluster di aziende che hanno prodotto un televisore interattivo, e il Comune ha attivato un sistema di finanziamenti agevolati perché tutte le famiglie potessero dotarsi del nuovo strumento. Si tratta d’un grande schermo a 52 pollici LCD che trasforma il salotto di ogni casa in un home teatro. Non è però una televisione ma è il monitor di una postazione internet, che permette di vedere i canali televisivi, ma anche di interagire.
Ogni famiglia è diventata così cella dell’alveare informatico in cui si è trasformato il paese!...
E’ stato così possibile riprendere le serate “in file” di cui parlava il nonno. Ma non occorre andare nelle stalle, si può stare comodamente sprofondati del divano del salotto. Lo schermo dello speciale televisore si può dividere fino a 100 piccoli riquadri ed ogni riquadro è occupato dall’immagine d’una persona che partecipa ad una discussione. Il sistema è programmato per dare per un minuto la parola a chi la chiede, e questo obbliga le persone ad essere stringate e rende animato il dibattito. La persona che parla viene collocata automaticamente al centro dello schermo, e si vedono le altre 99 in ascolto.
Ci sono più gruppi di dibattito, perché ognuno può lanciare un tema, fissando il momento per l’apertura della discussione. Dall’interesse del tema dipende il numero dei partecipanti. Alcuni si sono messi d’accordo di vedere lo stesso film per poi discuterne ed hanno così fatto nascere un cineforum di paese. Altri invece vedono la stessa partita di calcio, dividendo lo schermo in due parti, in una si vede la partita e nell’altra gli spettatori in rete del paese con i relativi commenti. Si è anche diffusa la moda dei viaggi virtuali: a gruppi ci si mette d’accordo di visitare una città o un museo e poi si mettono assieme le immagine che si sono riportare, i commenti che si sono fatti…
Da alcuni giorni, inoltre, si è aperto un dibattito su come riscrivere la storia del paese e tutti si stanno dando da fare a recuperare documenti, mentre si discute sulle varie teorie o leggende che si conoscono sul paese. Partecipano convinti anche gli immigrati che così, sviluppano un processo di identificazione nel paese, che sviluppa anche in loro lo spirito di appartenenza.
Interessante il dibattito che si è sviluppato sul fatto che un tempo il paese si definisse come “vicinia”, e quindi su quanto le riforme del nuovo sindaco tecnologico potessero aiutare a rifare del paese una vera “vicinia” sviluppando di nuovo i rapporti di prossimità tra le famiglie…
Altrettanto interessante il fatto che a questa vita virtuale del paese possono partecipare anche gli emigrati ed infatti ai gruppi di discussione partecipano anche persone dalla Francia e dalla Svizzera e persino dall’Australia. Come ogni casa ha un televisore così ogni persona è stata dotata di un palmare che serve da telecomando ma consente anche di scaricare i programmi. Così le persone possono restare collegate anche quando sono fuori casa ed anche fuori paese.
Ciò che più era cambiato nel Comune era il rapporto dei cittadini con l’amministrazione. Il Sindaco anticipava in internet tutte le delibere sia di Giunta che di Consiglio e sulle delibere si apriva un dibattito preventivo, una sorta di sondaggio d’opinioni che poi veniva tenuto presente nelle sedute convocate per deliberare formalmente. Il Sindaco in primis, ma anche tutti gli Assessori avevano aperto un forum di discussione con i cittadini. Era poi possibile richiedere ed avere a casa ogni tipo di documento comunale, e anche documenti di altri organismi che il Comune si faceva carico di ottenere per conto dei suoi cittadini.
Anche la scuola del paese è stata dotata d’un televisore interattivo che sostituisce la classica lavagna, e gli scolari fanno teledidattica usando internet come fonte di informazioni e collegandosi con altre scuole nel mondo che usano sistemi analoghi. Al pomeriggio poi il sistema viene utilizzato per costituire dei gruppi di lavoro per il doposcuola, consentendo ad una sola maestra di seguire più gruppi di scolari che formano, sia sul monitor di casa che su quello della scuola, un aula virtuale. Con questo sistema anche gli scolari che sono ammalati possono continuare a seguire le lezioni da casa. Mentre i genitori possono entrare nelle pagine dei loro figli a scuola per sapere se sono presenti, ma anche per conoscere in tempo reali i voti. Tutti gli studenti poi, in quanto cittadini sono dotati di un palmare con il quale si può partecipare alle lezioni virtuali e scaricare i compiti, e nelle giornate di primavera possono partecipare al doposcuola standosene all’ombra di qualche albero in campagna e d’inverno passeggiando sulla neve.
Nel portale del paese sono state aperte delle pagine per ogni famiglia, pagine fatte in modo che si possano riempire con estrema facilità. A tutti sono state dati degli indirizzi mail nome.cognome@ilpaese.it e il fatto ha contribuito a sviluppare il processo di identificazione. Comunque sono stati anche organizzati degli incontri nei quali i nipoti hanno spiegato ai nonni come riempire le pagine, come chattare, come telefonare con Skype vedendo l’interlocutore, e tutte le famiglie si sono fatte un loro piccolo sito con la storia della loro famiglia.
Il negozio di alimentari, la macelleria, il fornaio si sono fatti un sito un po’ più complesso con la possibilità di ordinare on line i loro prodotti. Lo stesso hanno fatto anche alcuni produttori locali soprattutto di prodotti agroalimentari. E’ quindi ora possibile per ogni famiglia ordinare da casa la spesa fatta in paese e per i produttori locali si è attivata la “filiera corta” vantaggiosa sia per i produttori che per i consumatori. C’era il problema di chi la dovesse portare la spesa ordinata tramite web…Il Sindaco è riuscito ad ottenere che le Poste appaltassero ad una cooperativa di giovani il servizio di distribuzione della corrispondenza, e questi si sono organizzati per portare oltre che la posta i prodotti ordinati on line, le medicine ordinate alla farmacia…
Ha aderito al sistema anche il medico del paese, il barbiere, la parrucchiera ed altri prestatori di servizi per cui si possono prenotare visite e incontri, evitando di fare le code. Un giovane un po’ scapestrato, appassionato di informatica, aveva proposto di coinvolgere il parroco per prenotare le confessioni, ma questi si era schermito e l’idea era caduta, come ne erano cadute tante altre…“Le confessioni sono come la morte”, aveva sostenuto il vecchio parroco, “non si possono prenotare!” E di fronte ad una affermazione così categorica ha dovuto arrendersi anche l’entusiasmo del Sindaco per l’innovazione tecnologica.
Il giovane era invece riuscito a sviluppare un sistema per cui i vecchi potevano riunirsi virtualmente a giocare a carte, ed anche alla morra, evitando di dover uscire con il brutto tempo. S’era poi messo in società con altri giovani del paese ed avevano attivata una software house che in telelavoro aveva clienti in tutta Europa ed anche negli USA.
Un tempo i Sindaci si distinguevano nel proclamare il loro Comune “denuclearizzato” il nostro volle distinguersi proclamando il primo Comune “demonetizzato” del mondo. Su sua iniziativa, la cooperativa dei postini ha definito una convenzione con le poste per la quale gli addetti sono stati dotati d’uno strumento che ricarica le carte di credito. Tutti gli abitanti hanno quindi avuto in dotazione una carta che viene ricaricata a domicilio e che consente di fare ogni tipo di spesa in paese. Anche il bicchiere di vino al bar viene pagato con la carta e nel paese è scomparso quindi l’uso della moneta. Lo strumento in dotazione ai postini fa anche le funzioni di bancomat, è quindi possibile per gli abitanti rifornirsi a domicilio dei soldi che dovranno spendere fuori paese.
Anche il parroco che aveva avuto dei problemi per la prenotazione delle confessioni si è adeguato al sistema ed ha dotato il sacrestano di un lettore di card. Così durante la Messa non gira più con la borsa delle offerte ma con un strumento nel quale i parrocchiani inseriscono la card e digitano l’offerta voluta. Anche nel mondo delle favole non tutto va a fagiolo… Anche nel nostro paese il Sindaco viene criticato, come in tutti i paesi, soprattutto dall’opposizione. Chi è dall’altra parte infatti, non si sa bene se per una questione di principio o d’intelligenza non riesce ad ammettere che la rivoluzione tecnologica introdotta dal sindaco ha del miracoloso a livello planetario, ha infatti sfatato l’idea che la tecnologia è disumanizzante, e l’ha trasformata invece in un mezzo per fare del suo paese una vera “vicinìa”, un mezzo per avvicinare tra loro le persone, il sistema di relazioni virtuali per favorire lo sviluppo del sistema di relazioni interpersonali.
Con il nuovo sistema però il Sindaco ha avuto il vantaggio di sentire direttamente l’opinione della gente e supportato da sondaggi che gli danno dei gradimenti interno al 90% (compreso il mio!) va avanti imperterrito nella sua riforma per il Comune domotico. Auguri!...