venerdì 14 agosto 2009

Dal problema montagna al problema Carnia.


Abbiamo sempre affrontato i problemi dello sviluppo del nostro territorio come “problema montagna”. Forse è il caso di modificare i termini e quindi la prospettiva, e di iniziare a parlare del “problema Carnia”.
Quando ci si riferisce ad un problema montagna sembra quasi si voglia affermare che la montagna costituisce un problema in quanto tale: montagna sinonimo di sottosviluppo. Eppure sappiamo tutti che ci sono montagne caratterizzate tutt’altro che da sottosviluppo. E comunque la montagna in sé non è un problema ma semmai una peculiarità che deve essere tenuta presente, nella risoluzione del problema e che potrebbe diventare un valore aggiunto.
Ai tempi del referendum i sostenitori della necessità della nuova Provincia enfatizzavano il vantaggio che sarebbe derivato da un nuovo istituto a democrazia diretta. Si dava la colpa del mancato sviluppo alla mancanza di democrazia diretta.
Montagna e democrazia sono sempre stati così utilizzati come alibi per non affrontare il problema del perché la Carnia sia ancora un territorio in ritardo di sviluppo. Eppure si tratta d’un territorio lambito dall’Austostrada Venezia-Monaco e quindi tutt’altro che marginale ma anzi al centro del sistema Europa. Un territorio con una viabilità interna discreta, un patrimonio edilizio rinnovato dopo il terremoto. Un territorio che, a detta di tutti i visitatori, ha avuto dalla natura e dalla storia caratteristiche distintive eccezionali, potenzialità turistiche sottoutilizzate. Un territorio con risorse umane ad alta scolarizzazione, ecc. ecc.
Ma tutti questi punti di forza non sono stati sufficienti a creare le condizioni per un adeguato sviluppo economico e sociale, che faccia del territorio una terra di elezione e non di emigrazione.
Come mai? Ci deve essere un elemento di debolezza, una criticità che neutralizza gli asset positivi! Certo! Ma il paradosso, a mio avviso, è che questo elemento, in sé costituirebbe un vantaggio competitivo. Si tratta dell’identità, del carnicismo, del sentirsi carnici. Un sentimento che, unendoci, dovrebbe costituire un punto di forza. Invece costituisce un punto di forza quando lo opponiamo agli altri, diventa elemento di debolezza quando lo viviamo al nostro interno. Quello che positivamente diventa orgoglio carnico e ci stimola nel confronto con gli altri, quando siamo tra noi diventa vuoto campanilismo, invidia in negativo, desiderio di demolire invece che di costruire. L’elemento in più diventa un problema, come capita alle volte ad un a squadra di calcio per la quale il vantaggio di avere un fuoriclasse, porta al risultato negativo di una squadra che non gira.
Che fare? Intanto sarebbe importante che ci trovassimo a condividere la diagnosi. Continuando a dire che il problema è della montagna o delle istituzioni, perdiamo solo tempo ad immaginare prognosi inutili. Se invece ci convinciamo che il problema è culturale, sarebbe più facile mettersi d’accordo su un progetto nuovo, per un nuovo percorso di rinascita. Avremmo finalmente capito da dove partire!...

martedì 11 agosto 2009

E gli attuali Comuni?


Con la costituzione del Comune Unico della Carnia che ne sarà degli attuali Comuni?
Il Dlgs 297/2000 all’art. 16 prevede già che nei comuni istituiti mediante fusione di due o più comuni contigui lo statuto comunale può prevedere l'istituzione di municipi nei territori delle comunità di origine o di alcune di esse. Stabilisce anche che lo statuto e il regolamento disciplinano l'organizzazione e le funzioni dei municipi, potendo prevedere anche organi eletti a suffragio universale diretto.
Gia la legislazione vigente prefigura quindi un Comune articolato in Municipi, entrambi a suffragio universale. Nel nostro caso avremo quindi la possibilità di eleggere direttamente sia i rappresentanti nel Municipio ex Comune che quelli del Comune Carnia. Se poi, tornando alla storia, ai Municipi attribuissimo invece il nome di Comunità, potremmo immaginare 28 Presidenti di Comunità che formano il Consiglio del nuovo Comune, con il Sindaco ad elezione diretta.
Ai sensi del comma 6 dell’art.27 dello stesso Dlgs avremmo poi che “al comune montano nato dalla fusione dei Comuni il cui territorio coincide con quello di una comunità montana sono assegnate le funzioni e le risorse attribuite alla stessa in base a norme comunitarie, nazionali e regionali”.
Se poi ritenessimo di non essere ancora preparati per un passaggio del genere, si può percorrere la strada dell’Unione dei Comuni prevista dall’art. 32, ma non come escamotage per avere qualche contributo in più, come è avvenuto in questi anni, ma organizzando l’Unione dei Comuni della Carnia, come propedeutica alla fusione nel Comune unico.