giovedì 17 settembre 2009

C'era una volta il problema montagna!

Chi in questi anni si è interessato al tema dello sviluppo della montagna non può che restare sconcertato di fronte al fatto che da un lato la Regione ha commissariato le Comunità Montane, dall’altro la Provincia ha soppresso la Direzione d’Area montagna. Lo sconcerto aumenta di fronte alla sensazione diffusa (mi augurerei di essere smentito!) che a fronte di questi provvedimenti in negativo, nessuno “abbia alba” di qualcosa di nuovo ed alternativo da proporre. E allora tanto per dir qualcosa, anche chi non ha titolo può immaginarsi nuovo scenario.…
La Provincia potrebbe proporsi sul tema della montagna con una Direzione della Rete dei Servizi per la montagna, con l’obiettivo di mettere in rete i servizi esistenti e sviluppare ulteriormente una rete dei servizi articolata sul territorio, e tarata sulla specificità della montagna, in modo da garantire anche ai paesi più periferici una qualità di vita, in termini di disponibilità di servizi, uguale a quella di chi vive in città: dai trasporti, alla scuola, all’assistenza, alla sanità ecc.
La Provincia con l’omogeneità di presenza a livello di tutto il sistema montagna, garantirebbe l’uniformità dell’intervento, e favorirebbe economie di scala. La presenza della Provincia comunque dovrebbe limitarsi ad un ruolo di regia, lasciando ai singoli Comuni l’intervento diretto sul territorio e quindi il rapporto con i propri cittadini. Diventando antenna locale del sistema di servizi provinciali, i Comuni potrebbero meglio assolvere al ruolo prioritario che loro dovrebbe competere: quello di animatori della vita sociale, culturale ed economica dei singoli paesi.
Il ruolo della Provincia nel settore dei servizi dovrebbe essere affiancato nei settori dello sviluppo dalla Regione, attraverso una Agemont rinnovata nel ruolo e negli obiettivi. Un centro d’innovazione tecnologica per la montagna si giustifica infatti non per incubare ad Amaro alcune imprese che potrebbero comunque venir ospitate dal Cosint, ma per farne il centro di una rete che valorizzi tutte le opportunità di sviluppo della montagna. Quindi il centro di innovazione dell’agricoltura in montagna sviluppando tutte le opportunità di prodotto ed una nuova politica di marketing di tutto il sistema agroalimentare. Il centro dell’innovazione per l’ambiente con lo sviluppo dei consorzi obbligatori fra i proprietari pubblici e privati dei beni silvopastorali Il centro di innovazione del sistema turistico della montagna, sistema da innovare sia sotto il profilo dell’impiego delle tecnologie dell’ICT sia sotto il profilo organizzativo, gestionale e dell’innovazione. Il Centro di innovazione dei laboratori di trasferimento tecnologico, per favorire l’innovazione di prodotto e di processo in tutto il sistema delle microimprese industriali, dell’artigianato e dei servizi.
Se le antenne sul territorio d’una nuova presenza della Provincia, devono essere i Comuni, le antenne per gli interventi della Regione dovranno essere le associazioni di categoria e i vari consorzi, costituiti da costituire o da rinnovare, che riuniscono gli operatori locali dei diversi settori economici.
In questa ottica una azione parallela di rafforzamento anche dimensionale dei Comuni, consentirebbe di farne le strutture capaci di realizzare, anche nelle periferie, la sintesi locale tra l’Agemont e la Provincia. Sintesi necessaria ed indispensabile per ricreare le “economie di paese” come fondamento per una nuova qualità del “vivere in paese”, per fare quindi della montagna un luogo dove non si è stati condannati a vivere, ma ove si sceglie di vivere, attirando magari anche altri a condividere questa scelta…
Se poi si arrivasse alla definizione di una regia unica tra le due Province che amministrano territori montani e la Regione attraverso l’Agemont, e ad un rilancio della rete a banda larga con relativi servizi, si potrebbe anche finire per non accorgersi che sono sparite le Comunità Montane…

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